Durante l'estate appena passata e in questi mesi autunnali mi sono data particolarmente da fare con le serie tv: ho riguardato le mie preferite, recuperato quelle che volevo vedere da tempo e ne ho scoperte altre di nuove ed intriganti. In definitiva, oltre a scrivere qua e là nei web magazine dell'iperspazio cibernetico e andare in palestra, posso dire che almeno un'ora al giorno (ed è il minimo) è dedicata alle mie serie tv preferite. Televisione la sera? Per carità, meglio sprofondare nella trama intricata di una serie (o di un bel film, ovvio).
Tra quelle che seguo possono essere individuati dei temi che le accomunano e che determinano, quindi, una "tendenza":
GLI ANNI SESSANTA E LA RIVOLUZIONE SESSUALE
Dopo il travolgente successo di Mad Men, fioccano serie tv ambientate a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta ovunque. New entries di questa nuova stagione televisiva il già apprezzatissimo Masters of Sex, che narra le vicende biografiche del medico William Masters (Michael Sheen) e della psicologa Virginia Johnson, interpretata dalla bravissima Lizzy Caplan (comparsa anche nella prima stagione di New Girl) e la serie inglese Breathless.
Attendendo l'ultima stagione di Mad Men (la settima, che ansia) che sarà trasmessa negli Stati Uniti solo nei primi mesi del 2014, non ci resta che consolarci con le novità: Masters of Sex è veramente ben fatto, coinvolgente e pieno di colpi di scena (fin dai primi episodi). E poi, diciamocelo, il tema alla base riuscirebbe ad appassionare anche chi fin'ora ha visto solo, chessò, Un posto al sole. Chi non è curioso di sapere come faranno questi due pionieri della sessualità umana a portare alla luce le proprie teorie e i propri studi e come riusciranno ad influenzare la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta? L'orgasmo femminile esiste veramente in due "versioni": clitorideo e vaginale? Insomma, guardare questo telefilm può rivelarsi un utile ripasso di come funzionano le cose tra uomo e donna.
Se Mad Men trattava la rivoluzione sessuale solo sullo sfondo della storia centrale, ovvero quella di Don Draper e i suoi misteri, Masters of Sex ne ha fatto il suo centro.Per quanto riguarda Breathless, invece, si tratta della risposta inglese al trend americano delle storie ambientate negli anni Sessanta e cerca, in poche parole, di cavalcarlo. Ambientato in un ospedale di Londra, potrebbe sembrare un incrocio tra Mad Men, Grey's Anatomy e Downton Abbey, il tutto condito con lo stile e i colori dell'epoca della presa di coscienza sessuale. Per ora è possibile rintracciare solo il pilot che, a detta di molti, annuncia l'ennesimo successo televisivo.
NUOVE BRIDGET JONES CRESCONO
Ispirandomi ad un articolo comparso su qualche numero fa di Grazia (il n.41 per la precisione), raggruppo queste tre serie per confrontarle con uno dei film simbolo della condizione della donna single intorno ai 30 anni. Agli inizi degli anni 2000, Bridget Jones incarnava perfettamente l'essenza di molte donne sue contemporanee: in perenne conflitto con il suo peso, divisa tra uomini "stronzi" e uomini con la testa sulle spalle, alla continua ricerca del principe azzurro che le permettesse di sistemarsi una volta per tutte.
Beh, oggi le cose sono cambiate: i 30 something non sono molto diversi da quelli che di anni ne hanno 23, cercano di rifuggire i problemi e le responsabilità come se si trattasse di una nuova forma di peste e pensano solo a vivere la loro vita giorno per giorno. New Girl in un certo senso mostra anche questo: Nick, che nell'attuale stagione (la terza) è diventato il ragazzo di Jess (Zooey Deschanel), nelle due serie precedenti si è dimostrato come uno che ha paura di determinare il suo futuro, che trascina la sua condizione di eterno ragazzo con un lavoro precario che di certo non vuole fare per sempre e abitudini di vita alquanto discutibili. Ora che Jess occupa un posto più importante nella sua vita, riuscirà a smuoverlo da questa condizione? Lei sa quello che vuole e lotta (in modo ironico e con il sorriso sulle labbra il più delle volte) per averlo.
Diverso è il discorso per il telefilm Girls che rappresenta l'essenza delle ragazze di oggi: indipendenti e fragili, più in pace con sé stesse rispetto alle generazioni precedenti, molto meno romantiche e più immerse nella vita reale. Secondo alcuni, Girls è solo la rappresentazione della cultura hipster al femminile ma io non la penso così: mi sono ritrovata in molti comportamenti delle 4 protagoniste di Girls, magari non mi identifico con una in particolare ma direi che sono un giusto mix.
Infine My Mad Fat Diary, serie tv tratta dal diario autobiografico My Fat, Mad Teenage Diary scritto da Rae Earl, una ragazza inglese che all'età di 16 anni si ritrova con problemi psicologici e di alimentazione nella Stamford del 1996 (la colonna sonora è un vero e proprio omaggio al britpop e all'adolescenza in generale). Per ora è stata realizzata solo la prima serie (6 episodi da guardare tutti d'un fiato) ma è in arrivo la seconda.
L'ultima tendenza di questo autunno di serie tv 2013-2014 che prosegue il proprio corso nonostante sia già stata ampiamente sfruttata sul grande e piccolo schermo, è quella sui vampiri e sul lato dark/horror in generale. Non sono una grande fan del genere ma tra le nuove serie tv uscite questo autunno non ho potuto fare a meno di notare Dracula con Jonathan Rhys Meyers (vale la pena di vedere com'è solo perché il vampiro è lui) e Sleepy Hollow, tratto dal celeberrimo film di Tim Burton.
Diverso è, invece, il caso di Bates Motel, una serie che indaga il rapporto tra un Norman Bates adolescente (interpretato dall'ex bambino prodigio Freddie Highmore) e la madre Norma (Vera Farmiga), i protagonisti di Psycho.
Purtroppo ho subito una dura disintossicazione da serie tv: una volta ero dipendente, ma poi ho smesso e non voglio più cadere nel tunnel, eh eh!
RispondiEliminaAh io attualmente ne seguo una decina! Ma sono pure disoccupata quindi sono giustificata :)
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